L’asilo iniziò, e l’ansia si calmò… tutto andava bene o almeno così credevo. Vedevo la differenza tra Noemi e Nicole (lei a 6 mesi aveva già detto la prima parola), ma mi dicevo “avrà i suoi tempi”.
Ritornai alla mia routine, corse infinite contro il tempo che ogni mamma comprenderà: accompagnamento all’asilo, poi si va a lavoro, si deve tornare in tempo per l’uscita dall’asilo, e poi ancora lavatrici, spesa, cena e nanna, ed altre infinite cose. I mesi passarono nella confusione della quotidianità, e presto arrivò Natale.
Prima della partenza per Napoli, per festeggiare il Natale insieme alla mia famiglia, mi arrivò una telefonata dall’asilo; era la maestra di Noemi: mi diceva che lei non rispondeva al richiamo del suo nome e mi consigliava di contattare la pediatra per capire se fosse necessaria una visita uditiva.
Ecco, altri pensieri!!!
Chiamai subito la pediatra e prenotai una visita medica per verificare l’udito di Noemi. Il giorno della visita, quando entrammo nella stanza e vidi tutti i macchinari, intuì subito il tipo di richieste che le avrebbero fatto; chiesi al medico se tutto fosse come doveva essere, o se per la piccola fosse troppo impegnativo. Lui mi diede una risposta che sedimentò dentro di me altri dubbi e pensieri che ancora non riuscivo a collegare tutti insieme; mi disse: “Signora, si domandi perché pensa che sua figlia non possa farcela, quando questi test sono pensati e studiati per bambini della sua età”. Noemi aveva 20 mesi. Aveva ragione: perché pensavo questo? Perché? L’esito arrivò dopo pochi giorni, tutto era perfetto, l’udito era OK!
Napoli fu un’iniezione d’amore da parte della mia famiglia, che mi distolse da tutti quei pensieri.
Rientrati a casa fummo inghiottiti di nuovo dalla quotidianità, che con questi ritmi così frenetici non ci permise di pensare e guardare DAVVERO cosa ci circondasse. Passarono pochissimi giorni e ricevetti un’altra telefonata dall’asilo: questa volta era la Pedagogista che chiedeva formalmente un incontro con me e Francesco, e le maestre di Noemi per il 4 Febbraio (il giorno del compleanno di Francesco). In tutti quei mesi io e Francesco non avevamo condiviso dei pensieri su ciò che stava accadendo, o che non stava accadendo. La Pedagogista in quella stanza ci comunicò che Noemi aveva dei comportamenti “particolari” all’asilo e non corrispondenti alla sua età; io uscii da lì con la consapevolezza che qualcosa non andava bene, mentre Francesco non mi disse nulla.
Rientrati a casa festeggiammo il compleanno di Francesco; mi sentivo spenta dentro, svuotata , impaurita … e queste emozioni mi accompagnarono per tanto tempo .
Mi confidai con mia sorella e mia madre. Mia sorella non ebbe dubbi nell’incitarmi a capire cosa volevano dire tutte quelle informazioni che avevo raccolto nei mesi e mi confermò che anche lei a Natale aveva notato “qualcosa” in Noemi. Io mi sentii ascoltata e accolta dalla mia famiglia ,fu una carica incredibile . Sentire il supporto, il calore, l’appoggio della famiglia d’ origine è fondamentale in queste fasi.
Quindi adesso??????? Provai a parlare con Francesco, ma in quel periodo aveva tanti pensieri e aveva nuovi incarichi a lavoro; era dentro quel vortice della quotidianità. Io ero scesa dal treno in corsa, volevo capire!
Ma cosa dovevo fare? Chi dovevo chiamare? Cosa dovevo chiedere? Cosa stava accadendo?
Nel frattempo filmavo… per rivedere, per capire.

Cara Alba,
In quel periodo sei e siamo stati fortunati che la Dottoressa Teresa Di Camillo , lavorasse per il nostro comune, la conosco bene, e solo lei poteva trovare le parole giuste per parlarvi della vostra bambina, e consigliarvi nella maniera giusta. Alba grazie per condividere questo vostro percorso con noi. Un abbraccio
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Grazie Ahelm . Siamo stati molto fortunati, la dottoressa ci ha accompagnato in quel periodo con grande professionalità e grande sensibilità, insieme alle maestre molto attente e scrupolose .
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